Dalla sommità delle fascinose torri costiere del Salento, si può fare un salto nel tempo…
Escursioni nella civiltà megalitica del Salento
Itinerari naturalistici e storici s’intrecciano in lungo e in largo per il Salento e tessono una rete ampia ed intricata. Sbrogliarla, maglia dopo maglia, spetta solo a voi. Si cominci con l’esplorare la preistoria del Salento, raccontata da dolmen, menhir e specchie: sono monumenti megalitici, ossia composti da grossi blocchi di pietra, datati intorno al II millennio a.C. La loro funzione non è chiara: altari, tombe o solo simboli che propiziavano la fecondità?
Il termine “dolmen”, in particolare, indica una tavola di pietra, ed i più famosi nel Salento sono: il dolmen “Li Scusi” a Minervino (il primo scoperto in Puglia nel 1879); quello delle “Gravasce” a Giurdignano (ed altri 6 integri in quello che viene definito “giardino megalitico”); “Placa” e “Gurgulante” presso Melendugno (si consiglia di contattare la Pro loco di Giurdignano al numero +39.389.5368789 o +39.327.6341269 che organizza interessanti itinerari a piedi, anche notturni, in bicicletta o in carrozza).
Menhir, invece, significa “pietra lunga” e difatti si tratta, in questo caso, di blocchi verticali: ce ne sono più di 15 a Giurdignano; Martano ospita il “Menhir de Santu Totaru”, il più alto d’Italia (oltre 5 metri); il “menhir di San Paolo” a Giuggianello con annessa cripta dedicata al santo.
Dal latino “specula”, infine, le specchie erano, con ogni probabilità, stazioni di avvistamento, oltre a caratterizzarsi come cumuli di pietra dalla forma irregolare: se ne incontrano numerose tra Ugento e Presicce (contattare l’agenzia Infolecce che organizza escursioni nella civiltà megalitica al numero +39.0832.521877 o +39.347.8899871).