E’ ormai giunto alla settima edizione il concorso dedicato agli aspiranti giovani giornalisti che il…
Cucina Mancina per chi mangia differente
Prendi ricette e consigli, le diverse categorie di eater che per scelta o per dovere mangiano differente e, mixando ben bene, nasce la food community “Cucina Mancina”.
Chi lo ha detto che la scelta di una cucina alternativa corrisponda automaticamente alla rinuncia tassativa del sapore? Vegani, vegetariani, celiaci e allergici trovano nella community la risposta alla loro personale ricerca di sapore in tavola o di curiosità culinaria grazie ai suggerimenti di food blogger, chef, curiosi.
Metti tanti commensali intorno ad una tavola e ne verranno fuori di ogni: via l’aglio per allergia, gluten free, no lattosio o alimenti di origine animale. Questa è una scena di vita ordinaria che è stata ispirazione per le due mamme di Cucina Mancina , Lorenza Dadduzio e Flavia Giordano, la prima imprenditrice e direttore creativo di un visual design, la seconda consulente per le politiche giovanili nella pubblica amministrazione, entrambe pugliesi.
Ma perché appellare “mancini alimentari” coloro che mangiano differente per scelta o necessità?
”Il mancino alimentare – scrivono – è colui che si distingue dalla norma (right) e che reintepreta il mondo secondo la propria peculiarità (left). Il nostro motivo ispiratore è l’idea che ci possa essere una soluzione alternativa e creativa alle esigenze (alimentari, nel nostro caso) che si presentano, una via mancina che ribalti l’idea di diverso = sbagliato”.
Di ogni progetto è interessante conoscerne l’origine, quella illuminazione che raggiunge, in questo caso, i due brains e che, dallo stadio di semplice intuizione, si trasforma in qualcosa di più.
Lorenza e Flavia frequentano un corso sulle start-up innovative organizzato da Arti Puglia, qui le raggiunge l’idea prima embrionale poi via via più chiara: quanto sarebbe bello e utile realizzare un servizio per chi mangia in modo diverso dal consueto? Il punto di partenza è che il diverso non è sbagliato ma colui che risolve i problemi in modo creativo.
Nell’iter progettuale, Flavia ha coniato il nome “Cucina Mancina” e Lorenza ha creato il logo prendendo spunto dalle forchette parlanti di Munari, la forchetta di Cucina Mancina, infatti, ricorda una mano, qui la condivisione è massima. Poi gli studi e le analisi di mercato hanno fatto emergere il problema principale: i mancini alimentari sono soliti mangiare in modo monotono, per due motivi sostanziali conoscono poche ricette, hanno difficoltà nel trovare luoghi che vendano gli alimenti idonei alla propria allergia o intolleranza. Lo slogan è la chiave e la soluzione stessa al problema: If it doesn’t go right, go left!
Le mancinità intercettate dalle due blogger sono otto: senza glutine (diffuso anche nelle diete ipocaloriche), vegetariano, vegano, senza lattosio, povero di grassi e di zuccheri, poco sodio, “curiosi alimentari” e le sottocategorie come “No soia”, “No pesce” o “No nichel”.
Sul sito esistono le sezioni più varie, da rivisitazioni culinarie per gli onnivori different a uno store locator che individua ristoranti o negozi mancini vicini all’utente.
Si sprecano i consigli su frutta e verdura di stagione e a chilometro zero, le ricette sono corredate dalle istruzioni sapientemente illustrate e da schede che riportano i benefici e le proprietà degli ingredienti. Ecco alcuni ottimi esempi di bontà: dalle Palline di caprino alle quattro spezie, ricche di energia e ferro e ottime per i vegetariani, alle le mini tortillas in crosta di mandorle gustose ma con poco sodio; dalle melanzane dorate al rosmarino, capaci di unire più mancini sotto lo stesso piatto, al maki di patate al rafano per i palati più raffinati.
Ma non finiscono qui i plus della community online, cucina mancina.com: tu, utente, puoi scoprire e proporre ricette, scambiare informazioni e suggerimenti, avere un contatto con food makers, food blogger, chef e redattori che hanno voluto collaborare di loro sponte, trovare facilmente i negozi e i ristoranti adatti al tuo stile alimentare grazie allo store locator. Con la nutrizionista di fiducia, sul sito vengono selezionate le recipes secondo una scelta scientifica ma anche estetica perché, si sa, l’occhio vuole la sua parte. Cucina mancina è il primo motore di ricerca dell’alimentazione differente!
Le ricette sono, inoltre, un modo virale per fare community. Accanto alle ricette, infatti, sono riportati il nome dello chef, il luogo e l’elenco degli ingredienti che compongono la ricetta, in questo modo, l’utente può anche prenotare online il ristorante indicato oppure comprare, sempre online o nel negozio più vicino, gli ingredienti che occorrono per, poi, mettersi ai fornelli.
Urge un piccolo corollario per spiegare cosa si intende per copyleft: il servizio di social fooding permette di personalizzare il ricettario a partire dalla mancinità e di renderlo pubblico, la condivisione è una cosa buona e giusta secondo il principio del copyleft.
La community online trova un riscontro fisico nel libro “Eat Different”, edito da Gribaudo, che raccoglie 72 ricette dove pur mancando taluni ingredienti non si rinuncia certamente al gusto, le recipes sono firmate da un folto popolo di chef, foodblogger e appassionati di fornelli.
Tra le segnalazioni che danno vigore al lavoro delle due giovani pugliesi c’è quella di Vanity Fair che ha inserito cucina mancina nella top ten dei migliori siti di cucina. Tra le motivazioni che riconducono al sito compaiono in auge le soluzioni alternative e creative dedicate ai “mancini alimentari”, le ricette sane, gustose e su misura.
Cucina Mancina si è, inoltre, aggiudicato un posto tra i cinque finalisti del bando “Valoreassoluto”, della Camera di commercio di Bari per le start-up giovani e innovative.