Trentacinque nomi che corrispondono ad altrettante personalità, tutte molto diverse tra loro e per più…
Monteruga, il villaggio dimenticato
La situazione è surreale. Sembra di vivere una tipica scena di un vecchio film western: un forestiero arriva in un villaggio semideserto e si guarda attorno, mentre un soffio di vento che fa rotolare qualcosa rompe il silenzio assoluto. Non siamo nelle zone desertiche dell’Ovest degli Stati Uniti, ma nel profondo sud italiano, non siamo tornati indietro di 150 anni, ma siamo nel terzo millennio.
Nel cuore del Salento, infatti, fra le campagne di San Pancrazio, Salice e Veglie, si trova un paesino abbandonato, chiamato Monteruga. La storia di questo centro è molto particolare trattandosi di un borgo nato durante l’era fascista e completamente abbandonato nei primi anni ‘80.
Il centro si sviluppò in seguito alla riforma fondiaria del 1950 quando numerosi terreni agricoli furono espropriati ed assegnati ai contadini che decisero di stabilirsi in questa zona. A popolare Monteruga arrivarono anche delle famiglie del sud italia, formando così un piccolo borgo dove, nei periodi di maggiore lavoro, si contavano anche 800 abitanti che vivevano dei frutti della terra tutt’intorno la masseria, epicentro dell’abitato. La storia di Monteruga come luogo popolato termina, però, in seguito alla privatizzazione dell’azienda agricola omonima, di cui ancora oggi, visitando questo luogo dall’atmosfera spettrale, si può leggere l’insegna.
L’atmosfera, unita alla particolare storia che ha contraddistinto Monteruga, richiama ancora oggi numerosi ‘turisti’, o meglio dire curiosi, che si spingono nelle campagne salentine indirizzati dalle indicazioni stradali che ancora oggi segnalano la presenza del paesino.
Il completo e improvviso abbandono fa sì che oggi Monteruga sia un vero e proprio paese fantasma, lungo le cui strade ci si può addentrare liberamente, osservando il degrado e la desolazione che purtroppo oggi lo caratterizzano. Case, scuole, frantoi, la Chiesa intitolata a Sant’Antonio Abate, la caserma, il campo da bocce, il deposito tabacchi, la cantina e ogni singola struttura presente è abbandonata, ogni singolo elemento ed oggetto dimenticato denuncia l’attimo in cui il tempo sembra essersi fermato.
Si ha come l’impressione di trovarsi in una di quelle strutture abbandonate da anni e lasciate completamente al degrado, ma con una differenza per niente trascurabile, cioè che non si tratta di un semplice stabile ma di un vero e proprio paese, completo di tutto.
I vari edifici naturalmente sono accessibili e ‘visitabili’ anche internamente, dal momento che non è presente nessun tipo di controllo e non sono state effettuate negli anni attività di manutenzione degli edifici dismessi. Questo crea anche il serio problema del pericolo per i curiosi e i turisti che si avventurano nel paese fantasma per constatare in prima persona la singolare situazione, dato che il trascorrere del tempo e le incontrastate intemperie hanno fatto e continuano a fare naturalmente il loro corso, danneggiando le costruzioni ormai dismesse.
Una delle motivazioni che fu alla base dell’abbandono del paesino ha a che fare con la privatizzazione dei terreni agricoli che davano il sostentamento alla comunità locale, insieme al richiamo sempre più forte dei centri abitati più grandi che si trovano nelle vicinanze. Così la popolazione locale iniziò a lasciare le proprie case e a svuotare inesorabilmente la località, provocando in questa maniera il definitivo ed inevitabile abbandono di Monteruga, sancendo la fine della vita del borgo.
Oggi il risultato, come detto, è un paese fantasma, un luogo spettrale che richiama continuamente curiosi da ogni parte del Salento e non solo, considerando che di tanto in tanto l’oblio in cui Monteruga è caduto viene rotto dalla ribalta e dall’attenzione dei media che trattano l’argomento. Così il famoso Salento, insieme alle spiagge, alle meraviglie naturalistiche, ai tesori artistici e storici, ha anche questo ‘spettrale’ elemento da mostrare, meta di certo poco invidiabile ma di sicura particolarità.
Negli anni il problema del degrado del posto non è stato mai affrontato in maniera seria dalle amministrazioni locali, che non si sono nemmeno preoccupate di mettere in sicurezza le parti più pericolanti delle strutture, che, come detto, sono facilmente accessibili da chiunque decida di addentrarsi fra le strade abbandonate.
E così, giunti a Monteruga, ci si ferma nella piazza centrale, immaginando magari come potesse essere vissuta una normale Domenica di festa e di riposo. Ci si guarda intorno e si aspetta un soffio di vento che, muovendo qualcosa, rompa il silenzio, proprio come in una di quelle scene da film Western.