Trentacinque nomi che corrispondono ad altrettante personalità, tutte molto diverse tra loro e per più…
Lecce 2019
“Jump for change”. È questo lo slogan che sta accompagnando l’ormai avviatissima candidatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura 2019. Si tratta di un riconoscimento conferito annualmente dagli Stati membri dell’Unione Europea ad una città che ha l’onore e l’onere di mettere in mostra la sua vita e il suo sviluppo culturale durante il periodo designato. Un progetto nato nel 1985 da un’idea di Melina Mercouri per avvicinare tra loro i cittadini europei, mettendo in risalto differenze ed aspetti comuni fra le diverse culture del vecchio continente, per arrivare, poi, a rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità “unita nella diversità”.
Un’opportunità incredibile per una città, un territorio, una popolazione che, per un anno intero e per il periodo che precede la lunga preparazione dell’evento, riceve una grande visibilità internazionale oltre alla possibilità di una crescita economica e sociale tramite le leve della cultura e del turismo.
Jump for change, quindi, con tutta la schiera di significati che sono racchiusi in queste tre parole: un salto per il cambiamento vuol dire attivarsi per migliorare, effettuare un balzo nel futuro, sfruttare una grande opportunità per realizzare in pratica ciò che di bello c’è nella teoria. E tutto questo tramite l’entusiasmo, le sinergie e le relazioni che una città può mettere a disposizione per mostrare il meglio di sé.
Il lungo percorso di Lecce (e Brindisi) alla candidatura europea di Capitale della cultura 2019 è iniziato con la raccolta delle 21 città italiane concorrenti che intendevano proporsi come sede nazionale. È necessario specificare che l’ambito riconoscimento è assegnato annualmente con un’alternanza predefinita fra i vari Paesi dell’UE. Ogni anno sono due i paesi che concorrono al titolo, il 2019 è il periodo assegnato all’Italia e alla Bulgaria; l’occasione italiana per candidarsi a capitale della cultura si presenterà nuovamente nel 2033.
Fra le 21 città italiane candidate sono state scelte 6 finaliste: Lecce, Cagliari, Matera, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena. La valutazione è stata effettuata dalla Commissione insediata presso il Mibac (Ministero dei beni artistici e culturali) tramite l’esame approfondito di dossier illustranti il progetto specifico di ogni città candidata. Questa commissione era formata da sei delegati delle istituzioni italiane e da sette designati di istituzioni europee. L’iter prevede che, durante l’ultimo trimestre del 2014, fra le 6 finaliste sarà scelta la rappresentante italiana della Capitale della Cultura che, insieme alla vincitrice bulgara, costituirà il fulcro del movimento culturale e artistico europeo per il 2019.
Ma intanto la sfida di Lecce e dei leccesi consiste nel creare le sinergie e i progetti vincenti che andranno, poi, a costituire il nuovo e più elaborato dossier da presentare alla commissione giudicante. Parallelamente nel mese di Ottobre, una delegazione internazionale si recherà sul territorio per una verifica: dal grado di coinvolgimento della cittadinanza al programma, dalla comunicazione alla fattibilità economica, finanziaria e logistica del progetto. L’occhio vigile della Commissione continuerà naturalmente a monitorare il tutto anche e soprattutto in caso di assegnazione del premio, verificando lo stato dell’arte delle varie realizzazioni.
Ma come è arrivata la splendida città barocca a giocarsi la finale con le altre cinque candidate italiane? Ci è riuscita mostrando il meglio di sé, con l’entusiasmo delle persone, le idee dei professionisti e soprattutto usufruendo di un vantaggio competitivo dato dal tesoro artistico, storico, culturale, ambientale di cui gode e su cui punta ancora per arrivare all’assegnazione finale. Lecce 2019 è, infatti, un’opportunità incredibile per tutto il territorio salentino che da millenni svolge il suo ruolo naturale di ponte sul Mediterraneo, di luogo di incontro fra popoli e culture diverse, di punto d’incontro fra Oriente e Occidente, di costante scambio di patrimoni e di conoscenze. Il Salento, non da oggi, è riconosciuto come un luogo di accoglienza e di condivisione dove la cultura svolge un ruolo predominante nella definizione di un’identità in continua trasformazione, che vuole quindi sfruttare le proprie doti naturali per rivolgere lo sguardo verso il futuro.
Ad Airan Berg, coordinatore austriaco ma salentino d’adozione, è stato assegnato il compito di utilizzare tutto questo per costruire, insieme al prezioso aiuto di ragazzi, volontari, professionisti, un progetto vincente che spieghi cosa sia Lecce e cosa sia in grado di fare e diventare. Fondamentali, come detto, risulteranno le azioni sinergiche della popolazione, il coinvolgimento dei cittadini, l’aiuto e l’interesse dei salentini che vorranno partecipare e attivare processi positivi in termini di cambiamento e rafforzamento dell’identità della città.
Il team di Lecce 2019 ha pensato a delle motivazioni innovative ed interessanti a sostegno della candidatura della città barocca a Capitale della cultura. Si è infatti pensato di disegnare prima, e cercare di realizzare poi, una serie di ‘utopie’ che riguardano il progetto di una città ideale ma possibile. Reinventare Eutopia, quindi, è il nome dato al dossier illustrativo che tanto successo ha avuto fino a questo momento e che dovrà essere approfondito nei prossimi mesi. Qui sono racchiusi progetti, ambizioni, idee utopiche, appunto, ma praticabili, di una città che vuole mettere in primo piano una strategia di sviluppo a lungo termine basata sulla cultura.
Le otto eutopie, gli otto modelli di innovazione sociale e culturale per il territorio sono:
- DEMOCRAtopia, modello per la partecipazione democratica, amministrazione e governance
- POLIStopia, modello per il benessere sociale, l’inclusione e l’accessibilità
- EDUtopia, modello per la conoscenza attraverso una rivoluzione nel sistema dell’istruzione
- TALENtopia, modello per la valorizzazione del potenziale umano e gioventù
- PROFItopia, modello per nuovi modi di fare economia, lo sviluppo di posti di lavoro e cooperazione
- ECOtopia, modello per la autosostenibilità, l’ambiente e l’umanizzazione della medicina
- ESPERIENtopia, modello per nuove forme di viaggio, turismo e interazione
- ARTopia, modello per la creazione artistica e ruolo degli artisti nell’innovazione sociale
Un progetto innovativo, visionario, impegnativo, ma che costituisce senza dubbio un’enorme opportunità di cambiamento e sviluppo per un territorio che sicuramente se lo merita.
Per seguire Lecce2019, ecco il sito web: www.lecce2019.it